Sesostri re di Egitto (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA PRIMA
 
 FANETE e SESOSTRI con spada nuda
 
 FANETE
 Degno di te fu il colpo.
 Osiride svenasti, il figlio indegno
 che ad Amasi infedel già diè Ladice.
 Era l’altro che cadde
5Canopo, il suo custode.
 SESOSTRI
                                            Ambo innocenti.
 FANETE
 Il figlio di un tiranno è sempre reo.
 Dalla madre, già estinta, al padre iniquo
 egli venia. Seco portava un capo
 al diadema di Egitto, in onta, in danno
10del legittimo erede.
 SESOSTRI
 E dov’è questi, Aprio svenato e i figli?
 FANETE
 Dove? In Sesostri.
 SESOSTRI
                                    Ei vive?
 FANETE
                                                      A che sospeso?
 SESOSTRI
 Quegli cui destinata ancor bambina
 crebbe la tua Artenice?
 FANETE
15Quegli. (Intendo il suo duol).
 SESOSTRI
                                                       (Sono infelice).
 FANETE
 Or sappi qual tu sia. Leggi, signore,
 tutti in quest’atto umil gli arcani miei.
 SESOSTRI
 Che fia?
 FANETE
                   Vive Sesostri; e quel tu sei.
 Te sol dall’empia strage, a te mal noto,
20salvai per vendicarla. Oltra l’Eufrate
 ti nodriro i miei fidi. Ora alla reggia
 ti chiamò la mia fé. Quella è la spada
 ch’Aprio stringea morendo. In mano al figlio
 quella vendichi ’l padre.
25Io teco sono e saran teco i miei.
 SESOSTRI
 Tu che amico al fellone...
 FANETE
 Giova che il traditor di me si fidi.
 Tal ei cadrà. N’ho già disposti i mezzi.
 Quel foglio di Ladice e quella gemma,
30de’ traditi imenei bugiardo pegno,
 ben togliesti all’ucciso.
 SESOSTRI
                                            E che ne speri?
 FANETE
 A te fieno stromenti, onde il tiranno
 Osiride ti creda. Ei più nol vide,
 dacché il lasciò bambino.
 SESOSTRI
                                                E questa spada?
 FANETE
35Ad Amasi la reca. A lui ti vanta
 uccisor di Sesostri; ed ella il provi.
 Che più? Vieni alla reggia ed indi al soglio.
 SESOSTRI
 Vadasi. Tu mi reggi. Ad Artenice
 il diadema dovrò che tu mi rendi.
 FANETE
40Essa qui viene. A lei
 taci quel che tu sei, quel che ti fingi.
 SESOSTRI
 Mia la bella sarà?...
 Il mio assenso e il suo amor sia tuo comando.
 
    Non ti chiamo al regno, al soglio
45con la speme o con l’ orgoglio
 ma col zelo e con la fede.
 
    Perché l’alma più mi alletti,
 quell’onor, che a me prometti,
 sia tuo don, non mia mercede.