Sesostri re di Egitto (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1709

 SCENA XIV
 
 NITOCRI tra le guardie e li suddetti
 
 NITOCRI
 Eccomi. Che si vuol? Sul trono assisa
 Artenice con l’empio?
 AMASI
1250Vedi se un empio sono
 o se giusto son io. Là scorgi il reo
 del tuo morto Sesostri. In lui si adempia,
 e si adempia da te la tua vendetta.
 NITOCRI
 Tuo figlio? Ah! Qualche frode.
 AMASI
1255Mio figlio, sì, ma un figlio indegno e vile
 e traditor del tuo. Qui l’abbandono
 a le tue furie; e se ti manca un ferro,
 eccoti ’l mio. (Le getta la spada)
 NITOCRI
                           Lo prendo e corro... Ahi! Dove?
 Qual gelo? Qual orrore? Un sì bel colpo,
1260che già fu voto mio, da me or si teme? (La prende e va furiosa verso Sesostri, poi si ferma)
 AMASI
 A che più tardi? Egli tuo figlio uccise.
 NITOCRI
 Ei dunque mora. (Torna verso Sesostri)
 ARTENICE
                                   O ciel!
 AMASI
                                                  Pensa a Fanete. (Ad Artenice)
 NITOCRI
 Ma chi m’arresta il braccio?
 Narrami, scellerato, anche una volta
1265il tuo delitto, onde più pronta a l’ire
 mi faccia il mio dolor.
 SESOSTRI
                                           Parlar non posso.
 NITOCRI
 Parlar non puoi?
 AMASI
                                  Che chiedi
 a lui di più? Non ti mostrò l’acciaro
 che Sesostri cingea? Sugli occhi tuoi
1270non vantò il tradimento e ’l traditore?
 NITOCRI
 È vero. In lui vegg’io
 d’Amasi il figlio e l’uccisor del mio. (Corre a Sesostri)
 ARTENICE
 Ferma, o regina. (Discende furiosa dal trono)
 AMASI
                                  Olà! Che tardi? Ei mora. (Alzandosi il prospetto, si vede tutto il tempio illuminato con l’ara d’Amore e d’Imeneo in lontano. Cade il simolacro dell’Odio e resta disciolto Sesostri. Sparisce il trono e, volendone Amasi discendere, si trova incatenato ad un sasso)