Eumene, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA V
 
 LAODICEA, poi LEONATO
 
 LAODICEA
 Misera! O quanto è fiacco
 sdegno di amor!
 LEONATO
                                 Leggi, regina.
 LAODICEA
                                                            Il foglio
 che racchiuder può mai? Nulla di lieto
 mi presagisce il tuo sembiante.
 LEONATO
                                                           Leggi.
1165(Già l’apre. Al primo aspetto
 come l’empia si turba!)
 LAODICEA
 (Alla morte di Eumene
 che soscriva il mio cor!)
 LEONATO
                                              (Come improvviso
 di pallori e di fiamme
1170sdegno, tema e rossor le sparge il viso!)
 LAODICEA
 Che mi si chiede! Il popolo, il Senato
 vuol la morte di Eumene? E la mia destra
 all’ingiusta sentenza
 qui soscriver si deve?
1175Qual novità? Leonato,
 dà leggi una regina o le riceve?
 LEONATO
 Sia il furor che gli accende iniquo o giusto,
 tutti chiedono il sangue...
 LAODICEA
                                                 Ah, non fia vero.
 LEONATO
 Temi, se non vi assenti, il tuo periglio.
 LAODICEA
1180Più temo il disonor.
 LEONATO
                                       Tanto la vita
 di un nimico ti è a core?
 LAODICEA
 Mi è stimolo a salvarlo
 la gloria mia.
 LEONATO
                           Dimmi più tosto amore.
 LAODICEA
 Che?...
 LEONATO
                Regina, era tempo
1185che si svelasse il nostro inganno.
 LAODICEA
                                                             E credi?...
 LEONATO
 L’artifizio non giova.
 Eumene, che ti offese, ebbe il tuo affetto;
 Leonato, che ti adora, ha gli odi tuoi.
 Intesi e vidi e tu negar nol puoi.
 LAODICEA
1190(Che posso dir?)
 LEONATO
                                  Tu sei convinta, ingrata.
 Ma se il genio ti astrinse ad adorarlo,
 perché finger poi meco? A che ingannarmi?
 LAODICEA
 (Qui d’uopo è simular, non irritarlo).
 
    Vorresti, t’intendo,
1195col fingermi infedel,
 costringermi a svelar
 gli ascosi incendi.
 
    Ma se mi struggo ardendo,
 non ti vo’ ancor giurar
1200che tu l’accendi.
 
 LEONATO
 E ancora...