Sesostri re di Egitto (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1709

 SCENA XII
 
 AMASI ed ARTENICE
 
 AMASI
 Si plachi ormai l’ombra di Osiri. A noi
 ed a la pena sua venga Sesostri.
 ARTENICE
1185Venga, signor; ma trovi
 in te qualche pietà quell’infelice.
 AMASI
 La trovò ne l’iniquo
 il mio tradito figlio?
 Pensa ad esser regina. Ei venga e mora.
 ARTENICE
1190Chi sa se lieta o paga
 fia di questo furor l’ombra di Osiri?
 AMASI
 Piace a me? Questo basta.
 Ei di tre colpe è reo. Mi uccise il figlio,
 pretende nel mio soglio e mi è rivale.
1195E tre giudici ancora,
 il padre, il re, l’amante,
 lo chiamano al gastigo. Ei venga e mora.
 ARTENICE
 (Ahi! Dov’è il genitor?) Rivale il temi?
 L’amai, nol niego, e l’amo;
1200ma se, per far ch’ei viva,
 giova ch’io sia infedel, mi esca del petto
 con la metà del cor la cara immago.
 Vedi quanto ti dono
 per comprar la sua vita.
1205A me lo dona e più non l’amo. Ah! Senti,
 senti quai patti acerbi. A me lo dona.
 Ecco del dono il prezzo. Ecco Artenice.
 Ecco la fede. Ecco la destra ancora.
 Viva Sesostri e tua son io...
 AMASI
                                                   No, mora.
 ARTENICE
 
1210   Perché morte? A lui, perché?
 Basti a te l’avergli tolto
 regno, padre e libertà.
 
    Vada sciolto e la mia fé
 sia mercé di tua pietà.
 
 AMASI
1215Mora. Nulla mi doni
 che non sia mio. Se quella man mi niega
 il tuo pronto volere, avrolla or ora
 del mio poter. Venga Sesostri e mora.