Sesostri re di Egitto (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1709

 SCENA XVI
 
 ARTENICE e SESOSTRI
 
 SESOSTRI
 Come, Artenice? Io salvo
 per tuo favor? Tuo dono è la mia vita?
 ARTENICE
 Sì, Osiride, ho tradita
 di Nitocri la speme; ed al periglio,
865sì, Artenice rapì d’Amasi il figlio.
 SESOSTRI
 Deh! Qual astro benigno
 mosse il tuo cor?
 ARTENICE
                                  Più tosto
 di’ qual fato crudel.
 SESOSTRI
                                      Ti duol ch’io viva?
 ARTENICE
 O dio! No, non mi duol; ma miei delitti
870son che per me tu viva e ch’io ne goda.
 SESOSTRI
 Che? Fia colpa l’amor? Rea la pietade?
 ARTENICE
 Pietà, che gli empi assolve, è rea con essi;
 e amor, che salva i rei, non è innocente.
 SESOSTRI
 Non son reo, non son empio.
 ARTENICE
875Infin che in te non vidi
 colpa che fosse tua, te sventurato,
 non reo, non empio io dissi;
 ma poiché quel tuo acciar tolse a Nitocri
 in Sesostri il suo figlio, il re al suo regno,
880il suo prence, il suo sposo a’ voti miei,
 la colpa è tua. Tu l’empio, il reo tu sei.
 SESOSTRI
 (Moro s’io taccio). Odi, mio ben...
 ARTENICE
                                                               Mi è noto
 tutto il tuo amore; e tutto or vedi il mio.
 Il reo tu sei; ma più del reo infelice
885il giudice ti mostro.
 Questo è ’l mio core. Ei vede il fallo; e ingiusto
 amor non lo condanna, anzi l’obblia;
 e teme ne la tua la pena mia.
 SESOSTRI
 Pietà forse opportuna.
 ARTENICE
890Tu di me l’abbi, o prence. E se in Sesostri
 più sperar non poss’io, se in te non deggio,
 vanne. Toglimi almeno
 d’Amasi al nodo. Altro favor non chieggio.
 SESOSTRI
 Addio. Sposa di lui tu non sarai;
895ed oggi per tua pace
 me non empio e non reo forse vedrai.
 
    Di’ al tuo amor che aspetti un poco
 e non parta ancor da te.
 
    E la speme nel tuo seno
900tenga almeno acceso il foco
 che vi resta ancor per me.