Sesostri re di Egitto (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1709

 SCENA VII
 
 Corridore negli appartamenti di Artenice.
 
 FANETE ed ORGONTE
 
 FANETE
 Lo stranier non trovasti?
 ORGONTE
 Dopo brieve ristoro in Menfi ei venne;
690e vicino a la reggia or ora il vidi.
 FANETE
 Perduti siamo, ove il tiranno ei vegga.
 ORGONTE
 Non lo vedrà. L’ingresso
 per mio cenno si vieta ad ogni passo
 da’ più folti custodi; e ciò che sembra
695miglior difesa, è mia maggior cautela.
 FANETE
 Non basta, Orgonte. (Egli è Canopo). Il colpo,
 che a la speme comun da noi si deve,
 certo non è, s’ei vive.
 Vanne. Facile e pronto offri l’aspetto
700d’Amasi a lui. Ti seguirà. Tu ’l guida
 ne’ reali giardini e là si uccida.
 ORGONTE
 A le nostre speranze il cielo arrida.
 
    Alor che più freme
 nel mar la procella,
705più bella e più vera
 si spera la calma.
 
    E quando più teme,
 rinasce maggiore
 di un core la speme,
710la pace d’un’alma.