Sesostri re di Egitto (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1709

 SCENA V
 
 NITOCRI e poi ARTENICE
 
 NITOCRI
640Nitocri, eccoti sola.
 In libertà son le tue furie e sieno
 degne di te.
 ARTENICE
                         Regina,
 piega il giorno a l’occaso.
 Mi vuol Amasi sposa.
 NITOCRI
645Tu sposa del tiranno?
 ARTENICE
 Pria di morte sarò. Consiglio. Aita.
 NITOCRI
 Artenice, l’avrai. Nitocri imita.
 ARTENICE
 Che far degg’io?
 NITOCRI
                                 Seguirmi
 ove l’ira mi guida.
650Assalire un iniquo
 e, s’ei fugge al mio braccio, il tuo l’uccida.
 ARTENICE
 Qual fia?
 NITOCRI
                    Quel per cui cadde
 in Sesostri il tuo sposo, il figlio mio.
 ARTENICE
 Morì ’l prence?
 NITOCRI
                               Morì. L’ombra reale
655egualmente ci chiama a vendicarla.
 ARTENICE
 Sì, pronto ho ’l braccio e generoso il core.
 Dimmi ’l crudel. Voglio ch’estinto il miri
 da’ miei colpi trafitto.
 NITOCRI
                                           Egli fu Osiri.
 ARTENICE
 Osiri?
 NITOCRI
               Sì, d’Amasi ’l figlio.
 ARTENICE
                                                     (O dei!)
660Qual nome?
 NITOCRI
                          Il tuo gran core
 sì mal comincia? Onde il tremor del passo?
 Onde il pallor del volto?
 ARTENICE
 Contro il petto di Osiri
 noi volger l’armi?
 NITOCRI
                                   E vendicar Sesostri.
665Ma intendo. Chi esser dee sposa del padre
 perdona al figlio. Io te da l’ire assolvo.
 Sol de le mie ti chiedo
 la libertà e l’arcano.
 Perirà l’empio; e prima
670che il dì giunga a la sera,
 basta sola Nitocri a far ch’ei pera.
 
    Sono furia, son moglie, son madre,
 son nemica di un figlio e d’un padre;
 
    e de l’alta mia giusta vendetta
675sol da un colpo la gloria si aspetta.