Sesostri re di Egitto (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1709

 SCENA IX
 
 ARTENICE e li suddetti
 
 ARTENICE
 (Qui ’l genitor?)
 AMASI
                                 Non ti stupir. La reggia (A Fanete)
 degna stanza è di lei. D’Amasi è il cenno.
270Meco vieni a regnar. D’Amasi è ’l voto. (Ad Artenice)
 ARTENICE
 (Che dico?)
 FANETE
                         (Che rispondo?)
 AMASI
                                                         A che tacete?
 ARTENICE
 Non risponde Artenice, ov’è Fanete.
 AMASI
 Egli ama il tuo destin. Tu vi acconsenti.
 Te ne priega il mio affetto e tel consiglia.
 ARTENICE
275Risolva il padre e ubbidirà la figlia.
 AMASI
 Ne la figlia regina
 più chiaro al regno, a me più fido il rendo.
 FANETE
 È clemenza. È bontà.
 ARTENICE
                                         (Cieli! Che intendo?)
 FANETE
 (Non s’irriti il fellon). Figlia, Artenice,
280siegui ’l tuo fato ov’ei ti chiama.
 ARTENICE
                                                            (O dio!)
 Lo seguirò ma nel sepolcro, o padre,
 nel sepolcro, o tiranno.
 Quella man, che tu chiami e che tu spingi
 a l’abborrito laccio,
285sciorlo saprà pria d’incontrarlo; e pria
 che da me sia tradita
 la libertà de l’alma,
 tradirò le tue brame e la mia vita.
 FANETE
 (Figlia degna di me).
 AMASI
                                          Non più. Favelli
290dopo l’amante il re. Prima che cada
 spento da l’ombre il dì, sposa ti voglio.
 L’amarmi e ’l far che mi ami è vostra legge.
 Udiste. Un’altra legge aggiungo a questa.
 Chi mi niega la man perda la testa.