Sesostri re di Egitto (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1709

 SCENA III
 
 ARTENICE ed AMASI con guardie
 
 ARTENICE
 Qual favellar? Ma che vegg’io?
 AMASI
                                                          Artenice.
 ARTENICE
 Amasi... Re... Signore...
 AMASI
                                             Amante e sposo;
 a que’ titoli alteri
90questi aggiugni in trofeo di tua beltade.
 ARTENICE
 (Aimè!)
 AMASI
                   Vengo ad offrirti
 corone ed imenei, talamo e soglio;
 oggi, o bella Artenice,
 t’abbia Menfi regina, Amasi sposa.
 ARTENICE
95Signor. (Che mai dirò?) Signor, ben veggio
 qual sei tu, quale io sono.
 Tu re, tu grande. Io vil...
 AMASI
                                               Vil non è mai
 chi ha gli affetti d’un re. Dal primo istante
 che ti presi ad amar, grande ti feci.
100Or col chiamarti al trono,
 pubblico rendo e non maggiore il dono.
 ARTENICE
 Ladice amasti.
 AMASI
                              Amor goduto è spento;
 e le fiamme n’estinse il tempo e l’uso.
 ARTENICE
 Amasti anche Nitocri.
 AMASI
                                           Ed agli affetti
105diè l’altera regina odi e ripulse.
 Del disprezzo mi vendichi ’l disprezzo.
 Sugli occhi suoi ti vo’ regina e moglie;
 e la man, che a te stendo, a lei si toglie.
 ARTENICE
 Misera me!
 AMASI
                         Ricusi?
 ARTENICE
110Son figlia; e al mio preceda
 del genitor l’assenso.
 AMASI
 Serve al piacer di un re quello di un padre;
 né dopo il mio l’altrui voler si chiede.
 ARTENICE
 (O barbarie! O perigli! O amore! O fede!)
 AMASI
115Che più ti arresti?
 ARTENICE
                                     (O dio!)
 AMASI
                                                       Vedi, Artenice,
 questi son tuoi custodi e miei vassalli.
 ARTENICE
 Intendo. Amor tiranno usa la forza,
 ove l’arte non giova.
 Teco, che a me nol serbi,
120perdo il rispetto. Il mio dovere obblio;
 e ’l men che temo è ’l provocarti a l’ira.
 Verrò, crudel, verrò; ma dal mio core
 non sperar un affetto
 né una viltà. L’odio ti giuro eterno.
125Odierò la tua reggia, i tuoi vassalli,
 il tuo nome, il tuo amore,
 la tua grandezza. Il tuo poter mai tanto
 far non potrà che ognor non t’odi o freni
 la ragion di quest’odio...
 AMASI
                                               Odiami e vieni.
 ARTENICE
 
130   Verrò, crudel, con te;
 ma non avrai da me
 accento di pietà,
 sguardo d’amore.
 
    Quanto vedrai negli occhi,
135quanto dal labbro udrai,
 tutto per te sarà
 sprezzo e furore.