Astarto (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XI
 
 ELISA, SIDONIA e NINO
 
 ELISA
905Due delitti ha Clearco. Egli di Elisa
 la vita insidiò, tradì l’amore.
 Sidonia, intendi?
 SIDONIA
                                   Intendo.
 ELISA
 Non abbia in te rival la tua regina.
 SIDONIA
 lo gradirei di un traditor l’affetto?
 NINO
910Per la fé di Sidonia offro la mia.
 Essa a me la giurò.
 SIDONIA
                                     (La gelosia
 a lei si tolga). E a Nino anch’io la giuro.
 ELISA
 Ami dunque Sidonia? (A Nino)
 NINO
 È l’amor mio quel volto, è la mia spene.
 ELISA
915E tu l’ami del pari? (A Sidonia)
 SIDONIA
 Nino è la gloria mia; Nino è il mio bene.
 ELISA
 (Cessa il timor). Tal fede? (A Nino e Sidonia)
 SIDONIA e NINO
 S’io fossi men fedele,
 a lui                 spergiura
             sarei                       e a me crudele.
 a lei                 spergiuro
 ELISA
920Amatevi e sperate. Il vostro amore
 piace ad Elisa. Essa il farà contento.
 SIDONIA
 Nel tuo favore il mio piacer già sento.
 NINO
 Alma, in amor di più bramar non puoi.
 ELISA
 Ah, potessi esser lieta al par di voi!
 
925   Va’, che sei ben fortunata;
 tu l’adori ed egli t’ama;
 ei ti brama e sei fedele.
 
    Io tradita e disprezzata
 offro il regno ad un indegno,
930dono il core a un traditore,
 son pietosa a chi è crudele.