Eumene, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XVI
 
 LAODICEA ed EUMENE assisi
 
 LAODICEA
 Eumene, entro a’ miei lumi invan tu cerchi
 i vestigi dell’odio
 o il fier desio della vendetta; e pure
875che non tentasti a’ danni miei? Non giova
 qui ripeterlo a te. Dicanlo i fiumi
 gonfi di sangue e l’arse terre e tutti
 i regni miei della tua man distrutti.
 EUMENE
 Artemisia...
 LAODICEA
                         Lo so. Dimmi, qual mai
880ragion le può restar sul patrio regno
 ch’io dal grande Alessandro ottenni in dono?
 Se un vincitor sì augusto
 dispose a mio favor, come può mai
 un dono di Alessandro esser ingiusto?
 EUMENE
885Fiacche ragioni...
 LAODICEA
                                  Eh, duce,
 come il regno è in contesa,
 così fosse il tuo cor.
 EUMENE
                                      Che dir vorresti?
 LAODICEA
 Che vorrei dirti? Anch’io potrei... (Che parlo?)
 EUMENE
 Segui.
 LAODICEA
               (Dove trascorri,
890lingua incauta? Sì audace
 a palesar tu vai gli occulti incendi?)
 EUMENE
 Di che arrossisci?
 LAODICEA
                                   Ah, duce,
 tutto han detto i miei lumi e tu gl’intendi.
 EUMENE
 Che? Per me...
 LAODICEA
                              Sì, quest’alma
895per te avvampa, per te. S’oggi il conosci,
 non è ch’oggi sol ti ami. Allor ti amai
 che al fianco di Alessandro io ti mirai.
 Troppo forse diss’io; ma non importa.
 Innanzi a que’ begli occhi, onde nell’alma
900foco e gel mi s’infonde,
 non son più di me stessa,
 la mia ragion si perde e si confonde.
 EUMENE
 Laodicea, dal tuo amor gloria ricevo;
 e più di ogni catena,
905l’aggravio sentirò di un sì gran dono;
 ma quel cor, che mi chiedi,
 non è più nel mio sen. Sai chi ’l possiede.
 E ben sai se pospongo
 e lusinghe e perigli alla mia fede.
 LAODICEA
910Qual fede? Il volgo amante
 serbi quest’uso. Alma real non serva
 a una legge commune.
 Ami, se amar le giova;
 disami, se le nuoce. Al suo vantaggio
915accommodi gli affetti, ond’essi a lei
 portino dignitade e non servaggio.
 EUMENE
 Troppo ti lasci in preda
 a una falsa ragion. Correggi...
 LAODICEA
                                                        Eumene,
 cerco rimedi e non consigli. Approvi
920le mie fiamme? O le sprezzi?
 EUMENE
 Io ne ho quella pietà che dar ti posso.
 LAODICEA
 Un’inutil pietà quasi è crudele.
 Dammi quella ch’io cerco.
 EUMENE
 Quella non lice.
 LAODICEA
                               Ingrato, (Si leva)
925quando sei ne’ miei ceppi e quando posso...
 Ma vedi. Il tuo destino
 pende in bilancia egual.
 EUMENE
                                              Dunque i tuoi torti
 vendica col mio sangue.
 LAODICEA
 Ah crudel! Che mi chiedi?
930Non ti amerei, se ti volessi esangue.