Astarto (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1708

 SCENA VIII
 
 SIDONIA e NINO
 
 NINO
 Pietà.
 SIDONIA
              Lascia di amarmi.
 NINO
 Non posso.
 SIDONIA
                       Hai cor sì fiacco?
 NINO
1265Né potendo il vorrei.
 SIDONIA
 Chi fugge di sanar, pietà non merta.
 NINO
 Mi risani l’amor che mi ha tradito.
 SIDONIA
 E chiami tradimento un disinganno?
 NINO
 Disinganno crudel, dopo le care
1270tenere tue promesse.
 SIDONIA
                                         Abbiam due cori.
 Con l’uno amiam da vero.
 Con l’altro amiam da scherno.
 Quel serve al genio; e questo
 serve al diletto. Ei d’amar dice e ’l giura;
1275ma ’l giuramento è vano;
 il dir non è sincero;
 e giova il finto a mascherare il vero.
 NINO
 Ma se hai due cori, almeno
 col vero ama chi dei.
 SIDONIA
1280Amo quel che più piace agli occhi miei.
 NINO
 E ti piace?...
 SIDONIA
                          Clearco.
 NINO
 Amando lui, la tua regina offendi.
 SIDONIA
 Come il saprà? Da chi? Da te? Rammenta
 la tua fede giurata.
 NINO
1285(Rimembranza spietata!) Io la rammento.
 SIDONIA
 Languir devi e tacer.
 NINO
                                         (O giuramento!)
 Ma languendo e tacendo
 quegli affetti otterrò che indarno or chiedo?
 SIDONIA
 Vuoi che da ver risponda? Io non lo credo.
 
1290   S’io ti amassi qual vorresti,
 ti direi mio ben, cor mio
 ma... No no, nol dico a te;
 dico sol ch’io tel direi.
 
    Sospirar tu mi udiresti
1295tra ’l timore e tra ’l desio.
 Se nol fo, non so perché;
 sol io so che quel non sei.
 
 NINO
 Povero cor!
 SIDONIA
                        Vien la regina. Avverti.
 Se mi manchi di fé, se ardire avrai
1300di dirle ch’io non t’amo e che non sei
 mia speranza, mio amore...
 Basta... Te ne avvedrai... Vo’ trarti il core.
 NINO
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