Astarto (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1708

 SCENA XV
 
 GERONZIO con soldati e li suddetti
 
 GERONZIO
 (Fenicio qui si salvi).
 AGENORE
 Geronzio, a tempo...
 FENICIO
                                        Amico...
 GERONZIO
1025Chi è traditor di Elisa ha l’odio mio.
 Cedi quel ferro e prigionier mi siegui
 a’ lacci. (Col tradirlo io l’assicuro).
 FENICIO
 Perfido amico e cavalier spergiuro!
 AGENORE
 Cedi a la tua regina.
 FENICIO
1030Ho in Astarto il mio re.
 AGENORE
                                             Questi or difenda
 il capo di Clearco. Infame acciaro,
 se più tardi, il recide.
 FENICIO
 Barbare stelle!
 AGENORE
                              E ’l tuo furor l’uccide. (Mostra di partire)
 FENICIO
 Ferma.
 AGENORE
                 Pensa, o fellon, che padre sei.
 FENICIO
1035Se più fossi costante, empio sarei.
 Cedo a l’amor, non a la tema. Andiamo.
 Sappia Elisa che ha vinto
 il padre, non l’eroe.
 Essa un fido vassallo in me condanna;
1040ed io detesto in lei la mia tiranna.
 GERONZIO
 A chi ti dee punir, tanto nemico?
 FENICIO
 Spergiuro cavalier! Perfido amico!
 
    Empio destin, m’invola
 amici e libertà.
1045Virtù mi resterà di te più forte.
 
    Col valor di questa sola
 sfiderò, vincerò catene e morte.
 
 Fine dell’atto secondo