Astarto (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1708

 SCENA IX
 
 NINO con guardie e li suddetti
 
 NINO
 Regina, empie ed inonda il ferro e ’l foco
 la reggia mal difesa. Ivi i nemici
830plaudon di Astarto al nome;
 e rea di tirannia, si cerca Elisa.
 CLEARCO
 Corro a le tue vendette.
 ELISA
 Resta. Chi del tumulto è legge e guida?
 NINO
 Il padre di Clearco.
 ELISA
835L’autor ti è ignoto ed è Fenicio? Or veggo
 del tuo silenzio e le ragioni e l’arti.
 CLEARCO
 Come! Sol per salvarti...
 ELISA
 Ammutisci.
 SIDONIA
                         (Pavento).
 AGENORE
 Temo per la tua vita. (Ad Elisa)
 NINO
840Resti qui custodita.
 CLEARCO
 E da l’onte la salvi il mio valore.
 NINO
 Non si affidan regine a un traditore.
 CLEARCO
 Io traditor? Permetti (A Nino e poi ad Elisa)
 ch’io vada contra il padre e che il mio ferro
845provi contro di lui la gloria mia.
 AGENORE
 Finge zelo di gloria e cerca scampo. (Ad Elisa)
 SIDONIA
 (Fra la tema e l’amor, gelo ed avvampo).
 ELISA
 Tant’empio non ti voglio.
 Per Fenicio qui resta. Io molto deggio,
850Agenore, al tuo zelo. Uguale al merto
 mercede avrai.
 CLEARCO
                               (Destin!)
 ELISA
                                                   Sì, avrà mercede; (A Clearco)
 per chi serba ad Elisa e vita e regno,
 è poco un trono.
 CLEARCO
                                (Ciel!)
 ELISA
                                               Sì, un trono è poco.
 SIDONIA
 (Il suo stesso dolor serve al mio foco).
 ELISA
855Vanne a Fenicio. Il contumace intenda (Ad Agenore, guardando di quando in quando Clearco)
 ch’è in mio poter Clearco, io fuor di rischio.
 Cadano a lui di man l’armi superbe
 o di Clearco... (o dio!) in quest’ora, in questa
 di Clearco al mio piè cada la testa.
 AGENORE
860Servo al cenno real.
 ELISA
                                      (Pena più fiera
 abbia da gelosia). Va’, servi e spera.
 AGENORE
 
    Basta la speme che voi mi date,
 perch’io vi serva, begli occhi arcieri.
 
    E di servirvi, labbra adorate,
865l’onor mi basta per far ch’io speri.