Astarto (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1708

 SCENA VII
 
 CLEARCO e li suddetti
 
 CLEARCO
 Sidonia, a te mi tragge
 l’odio di Elisa. Essa infedel mi crede
780e col suo core i doni suoi mi toglie.
 SIDONIA
 (L’arte giovò). (Ad Agenore) De’ tuoi disastri ho pena. (A Clearco)
 CLEARCO
 Soffro i miei con costanza
 ma que’ di Elisa orror mi fanno.
 SIDONIA
                                                             E quali?
 CLEARCO
 Trame, e trame mortali.
 AGENORE
785E taci a la sovrana il suo periglio?
 CLEARCO
 L’espormi al real ciglio è suo divieto.
 SIDONIA
 Ecco de l’opra il frutto.
 AGENORE
                                            (Io già son lieto).
 CLEARCO
 Vanne, o Sidonia, e in nome
 del misero Clearco,
790ch’ella chiama sleale, ingrato, infido,
 dille che si minaccia in questa notte
 la sua grandezza e ’l viver suo, che d’armi
 e in un di foco empier dovrà la reggia
 il furor congiurato,
795che di Astarto... Non più, l’indugio è colpa
 in chi vuol salva Elisa.
 Vanne e ’l mio amor da l’opra mia ravvisa.