Astarto (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1708

 SCENA III
 
 FENICIO e li suddetti
 
 FENICIO
                                        Fermati, o figlio.
 CLEARCO
 Padre.
 GERONZIO
                (O sciagura).
 FENICIO
                                          Vanne,
 vanne ad Elisa e tutta
660de la fatal congiura apri la scena.
 Per te sangue civile e sangue amico
 corran le vie di Tiro;
 e per te sotto il ferro
 del carnefice vil gemano tronche
665le comuni speranze e i giusti voti
 de’ mariti, de’ padri e de’ nipoti.
 CLEARCO
 Ad ogni costo, amato padre, Elisa
 serbisi e regni.
 FENICIO
                               E con l’arcano accresci
 merito alla tua fé, grido al tuo zelo.
670Vanne; ma prima intendi
 qual capo scellerato
 concepì l’empie trame e qual le mosse.
 CLEARCO
 Sì, me lo addita. Ov’è l’iniquo? L’empio
 qual è? Con la sua pena
675lascia ch’io rassicuri
 ad Elisa la vita, a me il suo trono.
 FENICIO
 Riconoscilo e trema. Io quello sono.
 CLEARCO
 Tu, genitore?
 FENICIO
                            Io quello,
 io quel son che, per zelo
680di vendicare il mio buon re trafitto,
 de l’empia usurpatrice armo in ruina
 il popolo e ’l Senato. Io quel che a l’ire
 del tiranno Sicheo
 tolsi in Astarto il regal figlio e ’l solo
685de la tiria corona illustre erede.
 Or va’, scuopri l’arcano.
 Perdi ’l tuo re, perdi gli amici, perdi
 del cittadino sangue il miglior fiore.
 Che più? Vattene e perdi il genitore.
 CLEARCO
690Ma se non parlo, la regina io perdo.
 GERONZIO
 E un vano amor...
 FENICIO
                                   Taci, Geronzio, e lascia
 che vengano in quel seno
 a più stretto cimento
 la natura, l’amore e la ragione.
695E tu resta a te stesso e siegui il giusto.
 Se il dover ti consiglia, è tuo re Astarto.
 Se l’amor ti fa forza, io ti son padre.
 Già conviene che Elisa
 o ruini o mi opprima.
700Addio. Prova sarà del tuo consiglio
 s’abbia in te più poter l’amante o ’l figlio.