Astarto (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1708

 SCENA II
 
 CLEARCO e GERONZIO
 
 CLEARCO
 Amico, in onta ancora
 de l’invidia e de l’odio,
630eccomi fuor di ceppi e più che mai
 formidabile oggetto a’ miei nemici.
 GERONZIO
 Vieni e unisci, signor, l’invitto brando
 a la comun vendetta.
 Già ne l’ombre vicine
635aprir dessi il teatro
 de l’eccidio di Elisa.
 CLEARCO
 De l’eccidio di Elisa?
 GERONZIO
 Al figlio di Fenicio...
 (Aimè! Per troppo zelo ove trascorsi?)
 CLEARCO
640Più non giova il tacer. Tutti mi svela
 de l’infame congiura
 i complici, l’autor, l’ordine, i mezzi.
 GERONZIO
 Tu troppo udisti; io troppo dissi. Invano
 cerchi di più.
 CLEARCO
                            Rispetta in me chi ancora
645tuo giudice esser puote e tuo sovrano.
 GERONZIO
 Le imprudenze del labbro
 la costanza de l’alma emendi e taccia.
 CLEARCO
 Perfido, tu morrai.
 GERONZIO
                                     D’incauto errore
 sarà pena la morte al nobil core.
 CLEARCO
650Non l’aspettar con gloria
 da questo acciar. Sotto la scure infame
 verrà ma preceduta
 da’ tormenti più orribili e spietati.
 Ad Elisa già corro. Ella in udirlo
655punisca il tuo delitto,
 prevenga il suo periglio.
 Tremane, o traditor.