Astarto (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1708

 SCENA IX
 
 CLEARCO, FENICIO, NINO ed AGENORE
 
 CLEARCO
 Principi, un grand’esempio
270non son io di miseria e di dolore?
 AGENORE
 Chi ad Elisa poté mancar di fede
 non attenda da me ch’odio ed orrore. (Parte)
 CLEARCO
 Sempre s’insulta a l’infelice. Io Nino
 spero più giusto in sorte sì tiranna.
 NINO
275Complice è de l’error chi nol condanna. (Parte)
 CLEARCO
 Vanne, turba infedele.
 Fortuna mi ti diede e mi ti toglie.
 Ma non mi tolga il genitor.
 FENICIO
                                                   Clearco,
 al tuo carcer ti affretta.
 CLEARCO
                                            Elisa, o dio!...
 FENICIO
280Ivi il soglio, ivi il letto a te destina;
 né tragge al disonor man di regina.
 CLEARCO
 
    Stelle ingrate,
 sfortunato voi mi fate
 ma non son però infedele.
 
285   No, non è per colpa mia
 ma per vostra tirannia
 che il mio ben mi sia crudele.