Zenobia in Palmira, Barcellona, Figueró, [1708]

 SCENA X
 
 ODENATO e ZENOBIA
 
 ODENATO
 
    Piangi, o core. Tu sei senza spene;
1145e con essa tu perdi il tuo bene
 ma lo perdi per esser crudel.
 
    Più ti piace, perché più ti lice,
 il tormento di amante infelice
 che il contento di sposo fedel.
 
 ZENOBIA
1150Odenato, ecco il campo (Zenobia si inoltra e Odenato la guarda senz’inoltrarsi)
 che a’ tuoi voti amorosi apre la sorte.
 Vieni; ma vieni forte,
 sì ch’io scemi il rossor de l’esser vinta
 o si aggiunga un gran fasto al vincer mio.
 ODENATO
1155(Che far, che dir poss’io?)
 ZENOBIA
                                                  (Tace Odenato?)
 Vieni, un valore avrai,
 se non eguale, almen non vile a fronte.
 Esso fece il mio voto ed esso ancora
 qui sosterrà del voto mio la fede.
1160Né ancor t’inoltri? È questo
 un tentar la vittoria? A che ne vieni!
 Chi qui ti trasse? Impallidisci e taci?
 ODENATO
 Nel mio pallor, nel mio silenzio mira...
 ZENOBIA
 Sì, quella nobil ira
1165che ministra esser dee del tuo godere.
 Quell’ira generosa... (Se gli accosta)
 ODENATO
                                        Io l’ire, o bella?
 Qui mi trasse l’amor. Egli egualmente
 regge i miei voti e l’opre mie consiglia.
 ZENOBIA
 Or che farai?
 ODENATO
                           Ciò che l’amor m’insegna.
 ZENOBIA
1170Mi piace; ecco il mio brando e il mio valore. (Mette mano alla spada)
 Stringi l’acciar. (Lo provoca)
 ODENATO
                                Non me lo insegna amore.
 ZENOBIA
 Che? Non ami Zenobia?
 ODENATO
 Ella de l’amor mio solo è la meta.
 ZENOBIA
 Di acquistarla ecco il campo.
 ODENATO
                                                      Amor mel vieta.
 ZENOBIA
1175Accettasti l’invitto.
 ODENATO
 Dal labbro alor tradito
 fu l’innocente amore.
 ZENOBIA
 La tenzon promettesti.
 ODENATO
 Ma ’l mio cor non vedesti.
 ZENOBIA
                                                  Ah! Ben vegg’io (Abbassa la spada)
1180che t’inganna, Odenato,
 sino a farti infelice il cieco affetto.
 Credi tu che al mio petto amor perdoni?
 Che in me non pianga il core? (Se gli accosta amorosa)
 Che tutto il mio pensier sia la mia fama?
 
1185   Anch’io so come piange,
 anch’io so quanto pena,
 quando non può goder contento amore.
 
    E so che non si frange
 col pianto la catena,
1190alor che un bel pensier tempra il dolore.
 
 Amo anch’io, bramo anch’io; ma poich’osservo
 l’alta necessità, ch’è nostra legge,
 freno il tenero affetto
 e gli sforzi d’amor virtù corregge.
1195Sin qui l’amante, or la nemica ascolta. (Ritirandosi addietro)