Zenobia in Palmira, Barcellona, Figueró, [1708]

 SCENA X
 
 DECIO e li suddetti
 
 DECIO
710(Non m’ingannai. Lo vidi).
 ODENATO
 Duce, Aspasia ti chiede.
 DECIO
 (Tenta insidie Farnace). Eccomi, o bella.
 ZENOBIA
 Tu cauto la diffendi. (A Decio)
 ODENATO
 E poi resti tua preda. (Ad Aspasia)
 ASPASIA
                                           (Il cor lo spera).
 DECIO
715Avrem prede più illustri; e qui vedrai
 doma cader la più superba fiera.
 ASPASIA
 (Che più tarda Farnace?) (Guardando)
 ODENATO
 Siegua or lieta la caccia; e in essa accenda
 e più chiara e più bella amor la face.
 
 CORO A QUATTRO
 
720  Impari dalla caccia
 i suoi trionfi amor.
 
 ODENATO
 
    Da voi, pupille arciere, (A Zenobia)
 apprenda questo dardo
 de’ colpi il bell’onor.
 
 ZENOBIA
 
725   Cadran tutte le fiere, (Ad Odenato)
 se volgi a lor quel guardo
 che mi ha piagato il cor.
 
 CORO
 
    Impari dalla caccia
 i suoi trionfi amor.
 
 DECIO
 
730   A te ogni fiera cede (Ad Aspasia)
 e vinta già si chiama
 dal tuo gentil valor.
 
 ASPASIA
 
    Ma tu fra l’altre prede (A Decio)
 sei quella che più brama
735il dolce mio rigor.
 
 CORO
 
    Impari dalla caccia
 i suoi trionfi amor.
 
 Segue il ballo de’ cacciatori e cacciatrici.