Zenobia in Palmira, Barcellona, Figueró, [1708]

 SCENA III
 
 ASPASIA e FARNACE
 
 FARNACE
 Gran zelo e vero amante!
 ASPASIA
 D’altro parliam. Dispera i nostri voti
 la costante Palmira. A l’onta mia
535si dee miglior riparo.
 FARNACE
 Mora, mora Odenato.
 ASPASIA
 Sarò sciolta perciò? Sarò placata?
 Cadran tutti con esso i miei nemici?
 FARNACE
 Seco pera anche Decio.
 ASPASIA
                                             Empio, che dici?
 FARNACE
540Empio sarò per Decio. Aspasia veggo.
 ASPASIA
 Vedi Zenobia. Ella è in Palmira e aggiugne
 la sua presenza un crudo scherno al danno.
 Nemica l’odio e non rival. Mi sprona,
 più del bel che mi usurpa, il mal ch’io soffro.
 FARNACE
545Cadrà Zenobia, il giuro.
 ASPASIA
 La salvi dal tuo sdegno il di lei sesso.
 Cercano i torti miei sfogo maggiore.
 FARNACE
 Ma qual? Che far potrei?
 ASPASIA
 Pensa; è sagace alor ch’è grande amore.
 
550   Pensa che m’ami;
 altro non è l’amor che un bel servir.
 
    Sveglia nel sen l’ardir
 e, se tu vuoi saper quello ch’io brami,
 pensa che m’ami.
 
 FARNACE
555Pensai. Nel real parco oggi la caccia
 vuole Odenato. Io là ben cauto i miei,
 che meco han libertà, trarrò in aguato.
 Tu al mio fianco sarai. Zenobia ed esso
 cadranno in tuo potere; e ’l fido legno,
560ch’io disporrò dove vicino al bosco
 corron l’onde del Tigri,
 trarrà con noi di tua vendetta i pegni.
 ASPASIA
 Ma Decio? S’ei riman, potrà seguirne
 con maggior stuolo e a noi ritor la preda.
 FARNACE
565L’ucciderò.
 ASPASIA
                        No, vo’ ch’ei viva e veda
 ch’anche ne l’ira estrema ho regio il core.
 FARNACE
 Fingi virtù ma in te favella amore.
 ASPASIA
 Deh, non perdiam l’ore propizie.
 FARNACE
                                                              Io parto.
 ASPASIA
 Anche Decio.
 FARNACE
                           Il rival?
 ASPASIA
                                            Non più. Ubbidisci,
570meglio che al tuo sospetto, al cenno mio.
 Anche Decio.
 FARNACE
                           Anche Decio. Aspasia, addio.
 
    S’ei nemico ti siegue in catene,
 darò pace al geloso furor.
 
    Ma s’ei viene rival del mio amore,
575per levar da quel core la spene
 trar saprò da quel petto quel cor.