Zenobia in Palmira, Barcellona, Figueró, [1708]

 SCENA XI
 
 ODENATO e ZENOBIA da donna
 
 ODENATO
 Sembianze del mio bene, (Sta mirando il ritratto e Zenobia in disparte lo osserva)
415sguardo non fisso in voi
 che non scuopra anche in voi nuove belleze.
 ZENOBIA
 (Qui ’l mio signor. Mentr’egli
 mira il ritratto, io l’esemplar vagheggio).
 ODENATO
 (Né bellezza in voi scuopro
420ch’ella non apra in me piaghe novelle).
 ZENOBIA
 L’anima a lui sen vola. (Accostandosi)
 ODENATO
 Luci de l’idol mio, siete pur belle.
 ZENOBIA
 Che sì, che sì, Odenato,
 che un vicino sembiante
425distrutto ha l’opra d’un amor lontano,
 formato da l’idea, non da l’oggetto.
 ODENATO
 Lo stupore, il diletto,
 l’amor, la gratitudine, la gloria,
 tutti, o mia principessa,
430in questo punto dal pensiero al core
 e in un dal core ripassando al labbro,
 vorrien pur dir; ma che dir poi non sanno;
 e ’l giubilo de l’alma,
 come in vaso ricolmo umor racchiuso,
435per troppa piena in su l’uscir ringorga.
 ZENOBIA
 Mio re, nel tuo piacer sento il mio bene;
 ma se tutto dir brami
 per gioia del cor mio, dimmi che m’ami.
 
    Di’ che m’ami e son contenta;
440nulla manca al mio goder.
 
    Dillo, sì; ma nol ridire,
 che potrei di vita uscire
 per eccesso di piacer.
 
 ODENATO
 T’amo, se vuoi ch’io ’l dica;
445ma nel dirlo ho timore
 di parer poco amante e troppo ingrato.
 ZENOBIA
 O effetti!
 ODENATO
                    O godimenti!
 A DUE
                                               O cor beato!
 ODENATO
 Non più, mia cara fiamma.
 ZENOBIA
 Non più, mio dolce strale.
 ODENATO
450A l’ardor di quegl’occhi io vengo meno.
 ZENOBIA
 Al ferir di quel ciglio il seno è poco.
 Io già son tutta piaghe.
 ODENATO
                                             Io tutto foco.
 ZENOBIA
 
    La cara piaga...
 
 ODENATO
 
 Il dolce ardor...
 
 A DUE
 
455Di questo core
 sol vien da quelle
 pupille belle,
 lucenti stelle
 del ciel d’amor.
 
460   Al mio martoro
 non vuo’ ristoro,
 che sol mi appaga...
 
 ZENOBIA
 
 La cara piaga.
 
 ODENATO
 
 Il dolce ardor.
 
 Fine dell’atto primo