Zenobia in Palmira, Barcellona, Figueró, [1708]

 ARGOMENTO
 
    Avendo Sapore, re de’ Persiani, offerta in matrimonio ad Odenato, re di Palmira, la principessa Aspasia sua figliuola, irritato dal rifiuto che n’ebbe, stante l’amore reciproco fondato su la vicendevole fama che passava fra lo stesso Odenato e Zenobia, principessa d’Assiria uscita dall’antica stirpe di Cleopatra e dei re d’Egitto, spedì contro di lui un esercito numeroso sotto il comando di Farnace, suo generale, e volle che la figliuola Aspasia ve lo accompagnasse, o perché fosse testimonio di sua vendetta o perché, con l’aggiustamento che potesse nascere durante la guerra, divenisse sposa del re Odenato. Infatti Farnace, ch’era divenuto appassionato amante di Aspasia, servì in maniera allo sdegno di questa che, doppo aver occupato quasi tutto il regno nemico, assediò e prese Palmira, costringendo Odenato a ritirarsi in luogo dove non poteva essere sforzato, sin che li giugnessero i soccorsi de’ Romani e degl’Assiri suoi collegati. Decio condusse i primi in nome di Gallieno, imperadore allora regnante, destinato a quest’impresa, tutto che fosse amante corrisposto di Aspasia, da lui veduta nel suo soggiorno fatto alla corte di Persia in figura di ambasciatore. La stessa Zenobia, principessa guerriera, volle condurre i secondi in figura d’uomo, portata non tanto dalla gratitudine che la impegnava all’aiuto di un principe, che per sua cagione sofferiva una guerra così crudele, quanto per l’amore che, senza vederlo, aveva di sua virtù conceputo. Con tali soccorsi Odenato andò ad affrontarsi con l’esercito persiano e, vintolo, riprese il regno e Palmira, dove fece prigioniera l’inesorabile Aspasia. Avvenne che, nel combattimento contro Farnace, sarebbe egli caduto sotto l’armi di questo, se la valorosa Zenobia non lo avesse opportunamente soccorso senza darsegli a conoscere e lasciandogli solamente in contrasegno una gemma, entro la quale era il suo propprio ritratto.
    Queste premesse danno fondamento al viluppo e principio al drama, il quale comincierà dal trionfo di Odenato in Palmira. Si aggirerà sugli attentati infelici di Farnace contro di lui, su la vigilanza di Decio, stimolato invano dall’amore di Aspasia e sempre diretto dalla propria virtù. Gli amori di Zenobia verso Odenato saranno tutti nobili e tutti puri, senza mescolamento d’affetto basso e volgare; e solamente li metterà in contingenza il voto generoso fatto nella sua prima giovinezza della grand’anima di Zenobia. Questa, come tutta dedita all’armi ed all’amor della gloria, aveva fatto voto solenne di non mai maritarsi ad alcun principe, il quale prima non l’avesse combattuta e vinta in singolare cimento. Odenato difficilmente si seppe risolvere a questa pugna, ove il vincere e l’esser vinto poteva esser per lui mai sempre fatale; pure vedendo che altrimenti non poteva giugnere al felice possesso, combatté seco in magnifico e reale steccato e, disarmatala a tempo, esercitando atti di generosità, si guadagnò maggiormente la stima e l’amore di lei, sicché ne ottenne i sospirati sponsali, con che termina lietamente il drama.