L’Engelberta (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744 (Engelberta)

 SCENA VIII
 
 LODOVICO e BONOSO
 
 LODOVICO
 Guardie, olà, vostra cura
 sia l’impedir ch’egli non fugga. Duce,
 tu della mia Engelberta
1100l’innocenza mi rendi e non la vita.
 Perché tanto nel colpo
 sollecito? Perché?
 BONOSO
 Tal era il tuo comando.
 LODOVICO
 O comando crudel. Barbara fé!
1105Ma quell’ossa pudiche
 giacciono ancora? Ah tosto
 va’, le raccogli, ond’io le onori almeno
 di degno avello e poi su loro esali
 l’ultimo spirto.
 BONOSO
                              In ciò prevenni, o sire,
1110la tua pietà. Sai che vivendo augusta
 si anticipò la tomba. Io là poc’anzi
 ripor ne feci i sanguinosi avanzi.
 LODOVICO
 E là mi chiama il mio dolore. O dei!
 Creder rea la mia sposa
1115e dannarla a morir come potei?
 
    Degne di me non siete,
 se voi non mi uccidete,
 o barbare mie pene.
 
    Sol tanto mi lasciate
1120di senso e di respiro
 che l’ossa sfortunate
 io possa almen baciar del caro bene.