L’Engelberta (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744 (Engelberta)

 SCENA VI
 
 ENGELBERTA e poi ERNESTO con guardie
 
 ENGELBERTA
 
    Rea di morte? Crudele, perché?
720Se delitto può dirsi la fé,
 l’ire assolvo di chi mi condanna.
 
    Ma se colpa la fede non è,
 per qual legge perversa e tiranna
 vuol punirla quel perfido in me?
725Rea di morte? Crudele, perché?
 
 ERNESTO
 Augusta.
 ENGELBERTA
                    In questa reggia,
 ove a’ falli innocenti
 perdon si nega, anche il più reo paventi.
 ERNESTO
 Il tuo cesare e mio...
 ENGELBERTA
                                        Quel foco indegno
730sa che l’offese...
 ERNESTO
                               Ed a punirlo egli arma
 l’ire possenti.
 ENGELBERTA
                            E tu le attendi? E spiri
 sì tranquillo quest’aure? Ernesto, vedi
 la mia bontà. T’invola al colpo e parti.
 ERNESTO
 Di tua bontà mercé ti renda il cielo.
735Ma frattanto a te piaccia
 ritrarre il piè nelle tue stanze. In questi
 custodi ecco i tuoi servi.
 ENGELBERTA
 Come? Io prigione?
 ERNESTO
                                       Ad ubbidir ti affretta.
 ENGELBERTA
 (A sospettar comincio). E a te s’impone
740il comando spietato?
 ERNESTO
 (Oimè! Cesare riede).
 ENGELBERTA
 Parla, da chi?