L’Engelberta (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744 (Engelberta)

 SCENA IV
 
 LODOVICO e poi BONOSO
 
 LODOVICO
455Va’ del tuo fallo altera, iniqua donna,
 non impunita. Al duce
 si ascondan l’onte mie.
 BONOSO
                                            Signor, perdona
 se un tenero dolor chiama in soccorso
 la tua pietà.
 LODOVICO
                         Che sì ti affligge?
 BONOSO
                                                           Arrigo
460da’ cenni di Engelberta
 già ottenne di Metilde
 e la destra e la fé.
 LODOVICO
                                   Ne ottenne il core?
 BONOSO
 Nol so.
 LODOVICO
                Non si disperi.
 BONOSO
 Per farmi sventurato, altro non manca
465che il tuo assenso sovran.
 LODOVICO
                                                Regge Engelberta
 il suo destin. Pur rasserena il ciglio;
 ed in tuo pro quanto mi lice attendi.
 BONOSO
 Se ho da te un sì gran ben, vita mi rendi.
 LODOVICO
 
    Non ti vo’, no, senza speme,
470sin che hai merto di sperar,
 sin che hai brama di goder.
 
    Ben sovente amor che teme
 si fa autor del suo penar
 e tradisce il suo piacer.