L’Engelberta (Zeno e Pariati), Milano, Ghisolfi, 1708

 SCENA VIII
 
 ERNESTO tra guardie e li sudetti
 
 ERNESTO
 
    Ov’è ’l ferro? A l’armi, a l’armi;
 pugna e vinci, o mio valor. (Una guardia presenta due spade, una delle quali prende Bonoso e l’altra Ernesto)
 
 BONOSO
 
    Ernesto, eccoti il ferro,
1510strumento di pena,
 non freggio di onor. (Ernesto, non badando a Bonoso, preso che ha ’l ferro in mano, va per la scena agitato)
 
 ERNESTO
 
    Entri in campo il mio nemico;
 ah! Lo cerco e l’ho nel cor.
 
 Dove, dove mi guidi,
1515cieco furor? Tutto l’inferno io chiudo.
 BONOSO
 Che fai? Cerchi il nemico? In me lo vedi.
 Al cimento la tromba omai ti sfida. (Suonan le trombe in segno di combattimento)
 ERNESTO
 Aimè! Viene la morte,
 e col ceffo peggior de’ suoi spaventi.
1520Che farò? Son perduto.
 BONOSO
 Quali smanie? Ove vai? Questo è ’l nemico. (Bonoso si mette in atto di combattere. Ernesto lo guarda attento e poi torna alle prime sue furie)
 ERNESTO
 Cerbero? Che rispondo?
 Le furie? Ove m’ascondo?... È ver... Tentai
 con temerarie note...
1525di Engelberta la fé...
 BONOSO
                                        Parla il suo fallo. (Verso Lodovico)
 ERNESTO
 Dov’è il mio cor? Ma veggio Otton; di’, giunse
 l’ingegnosa calunnia a Lodovico?... (Verso una delle guardie)
 Ne la tenda?... Ti lodo.
 LODOVICO
                                           Il colpo intendo.
 ERNESTO
 Il foglio mio, deh, rendimi, Engelberta;
1530parti e mel nieghi? Vanne.
 Prevenirò le accuse. Ottone, Ottone,
 senti ch’ella ti chiede
 rimedio a’ suoi sospetti;
 e tu dalle un veleno. Or son contento.
 BONOSO
1535Delira e dice il vero.
 LODOVICO
                                        O tradimento!
 BONOSO
 Non più, confessa il torto o qui ti sveno.
 ERNESTO
 Perdon, bella Engelberta,
 o solo per pietà passami il seno. (S’inginochia dinanzi Bonoso e getta la spada)
 LODOVICO
 Olà, traggasi il reo
1540ben custodito al suo supplizio infame.
 ERNESTO
 Andiamo anche a Cocito.
 O quanti mostri! Io vi ravviso. Siete
 la calunnia, l’inganno e la menzogna;
 fuggiam, fuggiam da questo
1545spaventevole oggetto.
 O non v’è più Cocito o l’ho nel petto. (Parte tra le guardie. Al partir di Ernesto comincia a poco a poco a rischiarirsi la nuvolosa e pian piano scendendo a terra si apre e fa vedere nel suo seno la reggia dell’Innocenza. Lodovico intanto scende con gli altri dal suo posto)
 LODOVICO
 Più misero di Ernesto
 quanto son io, Bonoso, or che più certa
 di Engelberta è la fama. O dio! Metilde,
1550perché nel seno mio
 non vendichi la madre? I miei vassalli
 mi soffrono tiranno? Anche la morte
 per favor mi si niega?
 BONOSO
 Tempo è ch’ei si consoli. (A Metilde)
 METILDE
                                                Amor pietoso. (A Bonoso)
 LODOVICO
1555Ma la morte vietata
 troverò nel mio duol. Tanto infelice
 non è chi vuol morir, che almeno aperta
 non ne trovi una via.
 TUTTI
                                         Viva Engelberta.
 
 
 
 

Notice: Undefined index: abbreviazione in /home/apostolo/domains/apostolozeno.it/public_html/library/opera/models/Locus.php on line 75