L’Engelberta (Zeno e Pariati), Milano, Ghisolfi, 1708

 SCENA V
 
 METILDE e poi BONOSO dal bosco con la spada in mano insanguinata
 
 METILDE
 Speri il superbo e quell’assenso ei tenti
 che Bonoso già ottenne... Oltre il costume,
 cor, tu mi balzi in petto.
 T’intendo, ecco a te viene il tuo diletto.
 BONOSO
1110Spirò pur l’alma infame e del reo sangue
 ne stilla ancor il punitor mio brando.
 METILDE
 Principe.
 BONOSO
                    Al cenno eccelso
 già si ubbidì. (Rimette la spada)
 METILDE
                             E Metilde
 or sarà tua conquista e tua mercede.
 BONOSO
1115Ti fa un colpo mia sposa
 e mi ti toglie amante.
 METILDE
 Sarà eterno l’amor che ti giurai.
 BONOSO
 Non dirai più così quand’il saprai.
 METILDE
 Offendi la mia fé col tuo sospetto.
 BONOSO
1120E pur dell’odio tuo sarò l’ogetto.
 METILDE
 Crudel.
 BONOSO
                 Serba un tal nome
 sin che noto a te fia
 quel colpo che sol dee renderti mia.
 
    Allor, bocca amorosa:
1125«Crudele» mi dirai.
 «Nemica e disdegnosa,
 tanto t’abborrirò quanto t’amai».
 
 METILDE
 
    Uscir potrò di vita,
 non mai lasciar di amarti
1130e, fin da te tradita,
 la mia vendetta avrei nell’adorarti.
 
    Odiando il cor,
                                 crudele...
 BONOSO
 Ti ascolterò,
 
 METILDE
 Adorerò il
                      sembiante...
 BONOSO
 Con placido
 
 METILDE
 E alor
               dirò fedele...
 BONOSO
 E poi
 
 METILDE
 
1135«Non meritò quest’onte un’alma amante».
 
 BONOSO
 
 «Fu sol per meritarti, o labbro amante».
 
 
 
 

Notice: Undefined index: abbreviazione in /home/apostolo/domains/apostolozeno.it/public_html/library/opera/models/Locus.php on line 75