L’Engelberta (Zeno e Pariati), Milano, Ghisolfi, 1708

 SCENA III
 
 BONOSO ed ENGELBERTA
 
 BONOSO
1010Augusta.
 ENGELBERTA
                    Impaziente (Si leva)
 del mio sposo e signor qui attendo il cenno.
 BONOSO
 Dolente il reco e ne fa fede il volto.
 ENGELBERTA
 Con pena un buon vassallo
 del suo sovran mai non adempie i voti.
 BONOSO
1015E se questi, Engelberta,
 chiedessero al mio braccio un atto vile?
 ENGELBERTA
 L’alto comando ogni viltà gli toglie.
 BONOSO
 (Infelice!) E se questi
 chiedessero al mio braccio un colpo iniquo?
 ENGELBERTA
1020(Che mai sarà? Quel favellar confuso
 mi è nuncio di sciagure). Esponi omai
 l’ancor dubbio tenor del mio destino.
 BONOSO
 (E ’l potrò dir?) M’impose...
 ENGELBERTA
                                                      Il mio consorte...
 BONOSO
 Ch’ove più chiuso è ’l bosco...
 ENGELBERTA
1025Siegui.
 BONOSO
                 A te...
 ENGELBERTA
                              Qual comando?
 BONOSO
                                                             A te dia morte.
 ENGELBERTA
 Dar morte a me?
 BONOSO
                                  Né senz’orror l’intesi
 né senza pena eseguirò.
 ENGELBERTA
                                              Bonoso,
 convien con più fermezza
 a te ubbidire, a me soffrir. Non tolga
1030la gloria al dover nostro
 né in te vana pietà né in me vil tema.
 Mi trovi Lodovico
 e moglie e serva anche nell’ora estrema.
 BONOSO
 Prova è d’alma innocente alma sì forte!
 ENGELBERTA
1035Ma di’, per qual delitto ei vuol ch’io mora?
 O mi discolperò, s’ei rea mi crede;
 o mi condannerò, s’ei rea mi chiede.
 BONOSO
 L’infedeltà ti oppone;
 e ti oppone il velen; tal ne l’onore
1040oltraggiato lo avresti e nella vita.
 ENGELBERTA
 Duce, io sono innocente e son tradita.
 Del tosco, ond’ei m’accusa, Otton ne renda
 fede e ragion. E dagl’impuri affetti
 questo foglio difenda (Gli dà una lettera)
1045la sua fama e la mia.
 Prendilo e, se in te vive
 pietà, pria mi trafigi e poi lo reca
 al mio giudice irato,
 non dubbio testimon di mia innocenza.
 BONOSO
1050Tanto a te giuro e ne ricevi in pegno
 la mia pietà; darti di più mi è tolto.
 ENGELBERTA
 Né ti chiedo di più. Vieni e la dura
 legge eseguisci.
 BONOSO
                               In quel orror si deve
 compir la ria sentenza.
 ENGELBERTA
                                            E là si adempia.
1055Resti in esso sepolto un atto ingiusto,
 di Lodovico ingiurioso al nome.
 Là vieni e ’l sen mi svena
 né ti arresti il saper ch’ebbe in lui vita
 quella Metilde, a te sì cara e solo
1060dal mio comando a te contesa e tolta.
 Vendica in me de la ripulsa il torto;
 e poiché senza vita
 fieno le caste membra, ivi le lascia
 cibo alle fiere. Solo
1065levane il cor. L’abbia il mio sposo; il veda
 candido e puro e d’un sospir l’onori.
 BONOSO
 (Resisto a pena). In questo
 pur sarai paga.
 ENGELBERTA
                               A me perdoni il cielo,
 ch’io per me imploro, e dono
1070al mio tiranno e al mio uccisor perdono...
 
    Non è ria sorte
 né crudel morte,
 bella innocenza,
 morir con te,
1075che dove error non è non entra affanno.
 
    È questo solo
 tutto il mio duolo,
 che fier rigore
 d’empio consorte
1080mi voglia estinta,
 non per mio errore
 ma per suo inganno. (Entra con Bonoso e con le guardie nel bosco)
 
 
 
 

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