L’Engelberta (Zeno e Pariati), Milano, Ghisolfi, 1708

 SCENA XII
 
 ARRIGO
 
 ARRIGO
 Non ti spaventi, Arrigo, il suo rigore.
960Talora ad un bel volto
 vile amor puote alzarsi ed esser caro.
 Alfin che può? Così dal sol chiamato
 sorge il vapore al ciel; ma sorto appena,
 sente in cader de l’ardir suo la pena.
 
965   Un bel sembiante
 ama sovente
 per bizzaria,
 non per amor.
 
    Si finge amante
970di basso oggetto,
 per dar sospetto
 e gelosia
 a più d’un cor.
 
 Fine dell’atto terzo
 
 
 
 

Notice: Undefined index: abbreviazione in /home/apostolo/domains/apostolozeno.it/public_html/library/opera/models/Locus.php on line 75