L’Engelberta (Zeno e Pariati), Milano, Ghisolfi, 1708

 SCENA IV
 
 ERNESTO
 
 ERNESTO
 Non vi ascolto, o rimorsi;
 augusta è donna, è offesa; e ’l fatal foglio,
 cui gli affetti affidai, di mia ruina
175esser può lo strumento. Eccoti, Ernesto,
 necessario l’error. Più reo ti rendi
 col lasciar d’esser reo. La nuova colpa,
 perch’è necessità, l’altre discolpa.
 
    De l’ingrata empia beltà
180vendicarsi a me s’aspetta.
 
    La sua morte a me sarà,
 nel periglio e ne l’offesa,
 di difesa e di vendetta.
 
 
 
 

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