Flavio Anicio Olibrio (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA ULTIMA
 
 TUTTI
 
 RICIMERO
 Crudelissime stelle!
 OLIBRIO
1305Libera è Roma. È mia Placidia. (Olibrio con in mano la spada di Ricimero)
 RICIMERO
                                                            Hai vinto.
 OLIBRIO
 E mio prigion tu sei.
 RICIMERO
 Tal saresti anche tu ne’ ceppi miei.
 PLACIDIA
 Lieto giorno!
 TEODELINDA
                           Empio fato!
 OLIBRIO
 Ma se tu fossi ’l vincitor, qual fora
1310il destino di Olibrio?
 RICIMERO
 Tronco vorrei l’indegno capo e tratto
 fuor del seno quel core,
 vorrei che in due diviso
 fosse oggetto d’orror, non più di speme,
1315a Teodelinda ed a Placidia insieme.
 OLIBRIO
 Ricimero il faria, perch’egli è goto.
 A me basta il trionfo, a me la pena
 del tuo orgoglio schernito,
 del tuo amore punito.
1320Libero esci d’Italia e in Ricimero
 torni al gotico regno il suo sovrano.
 Olibrio così fa, perch’è romano. (Presenta a Ricimero la sua spada)
 TEODELINDA
 Che nobil cor!
 PLACIDIA
                             Che generoso istinto!
 FEDELE
 Cedi al destin.
 OLDERICO
                              Vano è il lagnarsi.
 RICIMERO
                                                                 Hai vinto. (Prendendola)
 PLACIDIA
1325Magnanima vittoria!
 CORO
 
    Viva Roma, Olibrio viva,
 nostro amore e nostra gloria.
 
 Il fine