Flavio Anicio Olibrio (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XI
 
 TEODELINDA, OLIBRIO e FEDELE
 
 TEODELINDA
 Sì, all’armi; ma se chiedi
1200presagi alla vittoria, ecco il mio core,
 se preludi alle stragi, ecco mio seno.
 Quel non vuoi, perché amante;
 svena questo, o crudel, perché è nimico.
 Ha Teodelinda un sangue
1205nimico a Ricimero; e sono anch’io
 non vile in fra que’ goti
 che per vittime hai scelti al tuo furore.
 Tu, che mi fosti ingrato,
 meco esser puoi spietato.
1210Su, la tua crudeltà s’armi e risolva;
 e l’esempio del core il braccio assolva.
 OLIBRIO
 Qual senso, principessa,
 abbia de’ tuoi martiri e s’io nimico...
 La risposta sospendo. Ecco Olderico.