Flavio Anicio Olibrio (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA IX
 
 PLACIDIA e OLDERICO
 
 OLDERICO
1165Tanta pietà per Roma? E sì crudele
 al tuo Olibrio, Placidia?
 PLACIDIA
                                              Io son romana,
 prima che amante. Assolve i falli miei
 la virtù ch’è comune alle nostr’alme.
 OLDERICO
 Ma se cinto di palme
1170ritorna Ricimero?
 PLACIDIA
 Non vincerà. Di un grande amor vassalla
 sovente è la fortuna.
 OLDERICO
 In Teodelinda io la provai crudele.
 PLACIDIA
 Ma dall’altrui rigor l’avrai fedele.
 
1175   Anche l’ape abbandona quel giglio;
 e sen vola al giacinto odoroso,
 perché il crede ripieno di umor.
 
    Ma ingannata allor cangia consiglio;
 e fedel l’alimento e il riposo
1180va cercando nel primo suo fior.