Flavio Anicio Olibrio (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA VIII
 
 RICIMERO, PLACIDIA e OLDERICO
 
 RICIMERO
 Crudele, io vado in campo.
 PLACIDIA
 Là cerca la tua gloria.
 RICIMERO
 Ma qui la mia vendetta. Arda, Olderico,
1145Roma pria del cimento; e sol vi resti
 un marmo sfortunato, ove si scriva:
 «Placidia il rogo accese e Roma è spenta».
 PLACIDIA
 (Cieli! Chi mi consiglia?)
 RICIMERO
 Così ti chiami ’l mondo
1150della patria tradita ingrata figlia.
 PLACIDIA
 Ferma. (Che mai dirò?) Va’, pugna, vinci.
 Prezzo sarò di tua vittoria. Questa,
 questa è l’unica forza
 che può far la virtù sopra l’amore.
 RICIMERO
1155L’offerta accetto. Addio.
 OLDERICO
 (Fosse così di Teodelinda il core).
 RICIMERO
 
    Io vorrei per mio piacer
 che il tuo cor, pria che il tuo labbro,
 fosse il fabbro
1160della mia felicità.
 
    La fortuna del goder,
 quando viene dal dover,
 se non lascia d’esser bene,
 men gradita almen si fa.