Flavio Anicio Olibrio (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XI
 
 RICIMERO e OLDERICO
 
 OLDERICO
 Olibrio in tuo poter?
 RICIMERO
                                         Tratto la sorte
 ha ne’ miei ceppi un sì rival temuto.
 Quella torre il racchiude; e da’ miei lumi
720ne volle il testimon l’alma gelosa.
 OLDERICO
 Parmi al funesto avviso
 posta in fuga e in terror l’oste nimica.
 RICIMERO
 Ma la prospera sorte
 non ci renda men cauti. Uopo è ch’il campo
725me suo duce rivegga e l’arme appresti
 al romano vicin. Tu qui rimanti;
 e alla tua cura il prigionier consegno.
 OLDERICO
 Non temerne, mio re.
 RICIMERO
                                          Resta; e mercede (A Teodelinda che sopraviene)
 tu, germana, sarai della sua fede.