Flavio Anicio Olibrio (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744
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SCENA IV
OLIBRIO e FEDELE
OLIBRIO
525
Aure beate,
perché spirate
dall’idol mio,
aure di amor, pur vi respiro anch’io.
Vi sento, o d’alma amante,
530
al lieto palpitar, teneri sensi.
La mia Placidia a me qui volge il passo.
FEDELE
E seco è Teodelinda.
OLIBRIO
I nostri affetti
certi son di sua fede.
FEDELE
Ma più l’unisce a Ricimero il sangue
535
che a te il dover.
OLIBRIO
Cauto rifletti. In quella
stanza più chiusa agli occhi altrui mi celo.
FEDELE
Preveggo inciampi.
OLIBRIO
Avrem propizio il cielo.
(Si ritirano nel gabinetto)