Flavio Anicio Olibrio (Zeno e Pariati), Venezia, Pasquali, 1744
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Copia
SCENA III
OLDERICO
OLDERICO
Ecco, a novi cimenti
Marte m’invita e non gli teme il core.
Così il misero avesse
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forze per non temer quelli di amore.
Amor solo con l’arco di un ciglio
mi assalì, mi disarmò.
E il mio core nel grave periglio
mi tradì, mi abbandonò.