Flavio Anicio Olibrio (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1707

 SCENA ULTIMA
 
 TUTTI
 
 RICIMERO
 Crudelissime stelle! (Olibrio avrà in mano la spada di Ricimero)
 OLIBRIO
 Libera è Roma. È mia Placidia.
 RICIMERO
                                                           Hai vinto.
 OLIBRIO
1305E mio prigion tu sei.
 RICIMERO
 Tal saresti anche tu ne’ ceppi miei.
 PLACIDIA
 Lieto giorno!
 TEODELINDA
                           Empio fato!
 OLIBRIO
 Ma se tu fossi il vincitor, qual fora
 il destino di Olibrio?
 RICIMERO
1310Tronco vorrei l’indegno capo e tratto
 fuor del seno quel core,
 vorrei che in due diviso
 fosse oggetto di orror, non più di speme,
 a Teodelinda ed a Placidia insieme.
 OLIBRIO
1315Ricimero il faria, perch’egli è goto.
 A me basta il trionfo, a me la pena
 del tuo orgoglio schernito,
 del tuo amore punito.
 Libero esci d’Italia e in Ricimero
1320torni al gotico regno il suo sovrano.
 Olibrio così fa, perché è romano.
 TEODELINDA
 Che nobil cor! (Olibrio presenta a Ricimero la sua spada)
 PLACIDIA
                              Che generoso instinto.
 FEDELE
 Cedi al destin.
 OLDERICO
                              Vano è ’l lagnarsi.
 RICIMERO
                                                                Hai vinto. (Prendendola)
 PLACIDIA
 Magnanima vittoria!
 CORO
 
1325   Viva Roma, Olibrio viva,
 nostro amore e nostra gloria.
 
 Fine del drama