Flavio Anicio Olibrio (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1707
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Copia
SCENA IV
TEODELINDA con MASSIMO
TEODELINDA
Teodelinda, qual frutto
cogli da un folle amor? Con Ricimero
son rea, perché a’ suoi ceppi
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tolgo una preda illustre. E rea son meco,
perché ad un’alma ingrata
con inutili prieghi io chiedo affetti.
Che più? Sin col mio sesso e col mio grado
rea mi fa la mia fuga.
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Ma che? Con tante pene
pur ben si compra un raggio sol di spene.
Un guardo di chi adoro
val tutto il mio penar.
Ma s’egli anche sdegnoso
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mi è gioia e mi è ristoro,
che fia quando amoroso
io ’l possa vagheggiar?