Flavio Anicio Olibrio (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1707
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SCENA XI
RICIMERO e OLDERICO
OLDERICO
Olibrio in tuo poter?
RICIMERO
Tratto la sorte
ha ne’ miei ceppi un sì rival temuto.
Quella torre il racchiude; e da’ miei lumi
ne volle il testimon l’alma gelosa.
OLDERICO
720
Parmi al funesto avviso
posta in fuga e in terror l’oste nemica.
RICIMERO
Ma la prospera sorte
non ci renda men cauti. Uopo è ch’il campo
me suo duce rivegga e l’arme appresti
725
al romano vicin. Tu qui rimanti;
e a la tua cura il prigionier consegno.
OLDERICO
Non temerne, mio re.
RICIMERO
Resta; e mercede
(A Teodelinda che sopravviene)
tu, germana, sarai de la sua fede.