Flavio Anicio Olibrio (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1707

 SCENA X
 
 RICIMERO e li suddetti
 
 RICIMERO
 Condona, o principessa. Impaziente
 desio di favellarti a te mi trasse.
 PLACIDIA
270Che chiedi, o re?
 RICIMERO
                                  Pria ch’io le brame esponga,
 di’, qual stranier?...
 OLIBRIO
                                       Roma ho per patria...
 PLACIDIA
                                                                                Ed egli
 qui fu sinor de’ miei custodi il duce.
 RICIMERO
 (In nobil volto ha portamento altero).
 OLIBRIO
 (Traspar dal regal volto un cor ch’è fiero).
 RICIMERO
275Or siedi. A te qui vengo
 supplice e non sovrano.
 PLACIDIA
 Non deggio a te...
 RICIMERO
                                   Siedi, ten priego.
 PLACIDIA
                                                                     Siedo; (Siede alla fontana)
 ma non abbia Placidia
 vicina a Ricimero alcun riposo.
 RICIMERO
280Sol per poco sospendi
 l’ire e mi ascolta. Un vincitor ten priega.
 OLIBRIO
 E ad un re vincitor nulla si niega. (Ricimero lo guarda ed egli sta ritirato alquanto indietro di lui)
 PLACIDIA
 (Che fia!) Parla. (In Olibrio
 ho un gran diletto e un gran dolor vicino).
 RICIMERO
285(Da quel labbro dipende il mio destino). (Siede)
 Placidia, io ben m’avveggio,
 fiero oggetto a te vengo. In me tu trovi
 il nemico d’Italia,
 il distruttor di Roma.
 PLACIDIA
290Nomi per me fatali!
 RICIMERO
 Ma perché plachi alfin l’ire feroci,
 qui vengo. A me prescriva
 leggi il tuo labro. Ubbidirò. Di Roma
 e le fiamme e le stragi
295sospese un tuo comando.
 PLACIDIA
 E di tanto favor grata a te sono.
 OLIBRIO
 Ma perde il merto chi rinfaccia il dono.
 RICIMERO
 Dove parla il sovran, taccia il vassallo. (Ad Olibrio)
 OLIBRIO
 Taccio.
 RICIMERO
                De la mia sorte (A Placidia)
300usa tu stessa a tuo piacer. L’Italia,
 se l’imponi, abbia pace;
 ed abbia libertà Roma, se ’l chiedi.
 PLACIDIA
 (Simulata virtù). Figli non sono
 i doni tuoi di un generoso instinto;
305ma partono da un cor che troppo è fiero,
 perché si abbassi a chieder leggi al vinto.
 RICIMERO
 Chi regna in sul mio core
 ne può dispor. Ben sai...
 PLACIDIA
                                               So, Ricimero,
 so qual tu sii, so qual io sono. I ceppi
310nulla avvilir pon di quest’alma il fregio;
 né più grande ti fa la tua vittoria.
 OLIBRIO
 Di te stesso trionfa e avrai più gloria.
 RICIMERO
 I non chiesti consigli
 sono indiscreti o audaci.
 OLIBRIO
315È ver.
 RICIMERO
               Rispondi, ov’io ti chieda, e taci.
 OLIBRIO
 Ammutisco.
 PLACIDIA
                          (O perigli!)
 RICIMERO
                                                  Ancorché t’ami (A Placidia)
 un vincitor, non paventarne oltraggi.
 Serberò quel rispetto
 che ti si dee...
 PLACIDIA
                            Sapria da’ tuoi furori
320liberarmi la destra; e se mai speri
 trionfar co’ tuoi doni
 de la costanza mia, vedi il tuo inganno.
 L’odierò, sia qual vuole,
 lusinghier Ricimero o sia tiranno.
 RICIMERO
325(Questo è troppo soffrir). Placidia, intendo.
 L’amore a me ti toglie,
 più che lo sdegno. Olibrio...
 PLACIDIA
 Olibrio, sì, nol niego,
 degno è ch’io l’ami. A’ nostri voti arrise
330Valentiniano, il merto, il genio e Roma.
 RICIMERO
 Quale amator t’hai scelto?
 Placidia è in rischio; ed ei non vien? Né ancora
 dal letargo si desta?
 OLIBRIO
                                       Ah! Tu l’insulti,
 perché a fronte non l’hai. Verrà e più tosto
335verrà di quel che vuoi, di quel che pensi.
 PLACIDIA
 (Dove il trasporta un troppo ardir?)
 RICIMERO
                                                                   Soffersi
 costui, perché tuo servo.
 Ma fa’ ch’ei taccia o le mie furie e’ provi.
 PLACIDIA
 S’ei col mio cor risponde, in che ti offende?
 RICIMERO
340Mi offende e col suo labbro e col tuo core.
 PLACIDIA
 L’odio, ch’è nel mio cor, non è altrui colpa.
 RICIMERO
  A che quest’odio?
 PLACIDIA
                                    A Ricimero il serbo.
 RICIMERO
 Se’ troppo ingiusta. Addio. Pensa. Ti lascio
 più maturo il riflesso
345su’ casi tuoi.
 PLACIDIA
                          Già udisti.
 RICIMERO
 Vinto ha ’l mio braccio.
 PLACIDIA
                                             E vincitor ti ammiro.
 RICIMERO
 Son re.
 PLACIDIA
                 Ne onoro il grado.
 RICIMERO
 Non ti destino oltraggi.
 PLACIDIA
                                             E non li temo.
 RICIMERO
 Frena lo sdegno.
 PLACIDIA
                                 E tu l’amor.
 RICIMERO
                                                         Placidia,
350non ostinarti a’ danni tuoi.
 PLACIDIA
                                                   Vil tema
 non può farmi incostante.
 RICIMERO
 Addio. M’oda il tuo duce.
 Parlai da vinto ed oprerò da amante.