Flavio Anicio Olibrio (Zeno e Pariati), Venezia, Rossetti, 1707
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Copia
SCENA VII
TEODELINDA
TEODELINDA
O qual propizio giorno
a’ miei lumi sfavilla! Oggi più illustre
mi si rende il germano; e mi si rende
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la libertà perduta.
Il goto è vincitor, Roma in catene;
e per maggior mio bene,
l’altrui vittoria a la rival temuta
Olibrio toglie e ne interrompe il nodo.
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Mio diletto, or chi sa che nel tuo core
non dia luogo Placidia a Teodelinda?
O speranza che sola
alimenta quest’alma e la consola!
Un raggio lusinghier
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al torbido pensier
mostra la calma.
È forse il suo seren
inganno del disio;
ma de l’inganno almen
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gode quest’alma.