La Svanvita (Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XV
 
 RODERICO e REGNERO
 
 RODERICO
965Al suo sesso, al suo grado, all’amor mio
 dono i primi trasporti;
 ma si rammenti alfine
 ch’ella è fuor della Dania e ch’io qui regno.
 REGNERO
 Per minacce giammai gran cor non cede.
 RODERICO
970Gran cor spesso si ammira e si compiange.
 REGNERO
 Mai non manca a virtù scampo e difesa.
 RODERICO
 Nella gotica reggia
 chi difenderla può da un mio comando?
 REGNERO
 La ragion delle genti e questo brando.
 RODERICO
975Temerario, è cotesto
 il dovuto rispetto a Roderico?
 REGNERO
 A chi ’l perde a Svanvita, io più nol deggio
 RODERICO
 Tu mal conosci...
 REGNERO
                                 Il mio vantaggio è questo,
 che ignoto ancora a chi mi è noto io parlo.
 RODERICO
980Parlo al danico duce e trovo in esso...
 REGNERO
 Un ch’è re più di te...
 RODERICO
                                         Re?
 REGNERO
                                                   Di sé stesso.
 
    È più abbietta servitù
 il regnar senza virtù
 che il servir senza viltà.
 
985   Prima a sé, chi gli altri regge
 dia la legge. Il vero impero
 non fan gli ostri; il cor lo fa.