La Svanvita (Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XIII
 
 SVANVITA e REGNERO
 
 REGNERO
 A che temer?
 SVANVITA
                            Questa è la reggia, oh dio!
890dove han comando i tuoi nimici.
 REGNERO
                                                             E questa,
 dacché la premi, è il mio più caro albergo.
 SVANVITA
 Qui tutto può di Roderico un cenno.
 REGNERO
 Roderico è tuo amante.
 SVANVITA
 Siane, che pro? Le mie ripulse e gli odi
895faranno disperar la sua possanza;
 e solo il tuo periglio
 qui potria spaventar la mia costanza.
 REGNERO
 Qual periglio per me? Qui a tutti ignoto
 e nell’idea de’ miei nimici estinto,
900chi può tradirmi?
 SVANVITA
                                    Il può sugli occhi istessi
 del tuo rivale un mal guardingo amore,
 il tuo regio sembiante, il tuo gran core.
 REGNERO
 Ei giunge a noi.
 SVANVITA
                                Come a te noto?
 REGNERO
                                                                Il vidi
 colà nel campo ed ei mi crede il duce
905de’ dani tuoi.
 SVANVITA
                            Seconderò la frode.
 REGNERO
 Ei fia deluso e l’amor mio ne gode.