Eumene, Venezia, Albrizzi, 1697

 SCENA XII
 
 LAODICEA e li suddetti
 
 LAODICEA
                                  Sì. Del fier ministro
1300già le pende sul capo (Nesso si ritira)
 l’ignudo ferro e sta per tormi un colpo
 la superba rival. Tu impallidisci?
 Tu ne fremi? È cotesta
 la tua costanza? Il tuo gran cuor ti manca?
1305Parla, Eumene. Vergogna
 abbi di tua fiacchezza e ti rinfranca.
 EUMENE
 (È possibile mai? Questo un inganno
 sarebbe? O pur lo credo?... Ah, ch’egli è vero.
 Mel dice il cuor, me lo conferma l’alma
1310con secreti spaventi). Ah, Laodicea,
 se rivolgi in te stessa
 de’ tuoi mal nati e vilipesi amori
 la vendetta crudele, in chi t’offese,
 hai la vittima pronta. Ei cada esangue
1315e perdona...
 LAODICEA
                         No, iniquo.
 Vo’ d’Artemisia e non d’Eumene il sangue.
 Si esequisca. (Alle guardie)
 EUMENE
                            Ah sospendi...
 LAODICEA
 Vuoi ch’ella viva?
 EUMENE
                                   E che far deggio?
 LAODICEA
                                                                     In questo
 carcere, in questo punto
1320dammi fede di sposo e amor mi giura.
 EUMENE
 A te fede? A te amor?
 LAODICEA
                                          Vedi, altro mezzo
 non v’è. Risolvi ancora?
 Viva, se tu v’assenti.
 EUMENE
 Dura legge!
 LAODICEA
                         Se ’l nieghi, ella sen mora.
 EUMENE
1325(Artemisia m’è cara... (Da sé)
 Ma romperò la fede?
 Quella fé che giurai? Quella, per cui
 mille vite darei,
 sacra a me più che il ciel, più che gli dei?
1330Non fia ver). Laodicea,
 se d’Artemisia a ricomprar la vita
 può bastar questo scettro
 che ingiustamente usurpi,
 sia tuo; godilo in pace. Aggiungi a questo
1335e la vita d’Eumene e i regni sui.
 Ma la fede non posso; ella è d’altrui.
 LAODICEA
 Dunque Artemisia...
 EUMENE
                                        O dio!
 LAODICEA
 Morrà.
 EUMENE
                Ma non ne avrai
 altro frutto, o crudel, che la mia morte,
1340che un disonor, che un pentimento eterno.
 LAODICEA
 (Ah, che a vincer quel cuore arte non scerno).