La Svanvita (Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA XV
 
 RODERICO, poi ILDEGONDA
 
 RODERICO
 Ecco Ildegonda; ella vien mesta e solo
 fa il nodo di Svanvita il suo gran duolo.
 ILDEGONDA
 
    (Chi sa dirmi se regnando
500o se amando io più godrò).
 
 RODERICO
 
    Donde nasca il tuo dolore,
 dolce amore, io ben lo so.
 
 ILDEGONDA
 Maraviglia non fia, mio re sovrano,
 se, a chi ’l cor ne possiede, il duolo è noto,
505ond’è oppressa Ildegonda.
 RODERICO
 Compiango anch’io la tua sciagura. Un bene,
 e sperato e promesso,
 vedersi tolto e non sentirne affanno,
 stupidezza saria più che costanza.
 ILDEGONDA
510(Parla per Sigiberto).
 RODERICO
 Giusto è il tuo senso; e necessario sfogo
 a perdita sì ria non si divieta.
 (Vo’ farla più gelosa e poi più lieta).
 ILDEGONDA
 Non m’infingo, signor. Perder l’oggetto,
515che fu gloria e piacer de’ voti miei,
 pare un colpo per me troppo spietato.
 RODERICO
 Così volea l’ardua ragion di stato.
 ILDEGONDA
 Empia ragion; ma forse
 tanto dolor ti offende.
 RODERICO
                                          (Ei m’innamora).
 ILDEGONDA
520Se non fossi fedel...
 RODERICO
                                      (Quanto mi adora).
 Non più pene, non più. Rotto è quel nodo
 che da te, caro ben, mi dividea.
 Provedersi a Svanvita
 converrà di altro sposo. Il soglio e il letto
525di Roderico a te comun sol sia.
 Son tuo; sgombra ogni duolo, anima mia.
 ILDEGONDA
 I rai del tuo diadema e del tuo affetto
 dileguar ben dovean nubi sì fosche.
 Ma questi ultimi avanzi
530di lungo amor tu mi perdona. Ancora,
 senza qualche sospiro,
 non si rammenta il cor di Sigiberto.
 RODERICO
 Sigiberto!
 ILDEGONDA
                      Poc’anzi
 la tua stessa pietade
535rese questa giustizia ad una vampa
 che moribonda ancor fuma e divampa.
 RODERICO
 No, questa fiamma arda immortal. (L’ingrata...)
 ILDEGONDA
 Non porterà, tel giuro,
 gl’incendi suoi sin sul tuo trono augusto.
 RODERICO
540Sforzo sì grande alla tua fé non chieggo.
 In Sigiberto, il veggo,
 l’invito ami del genio, in Roderico
 la fortuna del soglio.
 A lui l’amor ti unisce, a me l’orgoglio.
 ILDEGONDA
545Un tempo...
 RODERICO
                         Vanne.
 ILDEGONDA
                                         Sigiberto...
 RODERICO
                                                                Intesi;
 è la gloria e il piacer de’ voti tuoi.
 ILDEGONDA
 È vero, il fu.
 RODERICO
                          Tanta costanza ammiro.
 ILDEGONDA
 Ma....
 RODERICO
              Vanne. Ancor gli dei qualche sospiro.
 ILDEGONDA
 
    Qual fida amai
550due vaghi rai,
 voi ancor belle,
 vezzose stelle,
 fida amerò.
 
    Voi mi arderete,
555mi piagherete,
 qual d’altro guardo
 la fiamma e il dardo
 m’arse e piagò.