La Svanvita (Pariati), Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA PRIMA
 
 OLAO, RODERICO, ASMONDO, ILDEGONDA, coro di goti, coro di norvegi, popoli e soldati
 
 OLAO
 
    Viva e regni
 Roderico, il vostro re.
 
    De’ vassalli ogni salvezza
 nel suo seno omai riposi.
 
 ASMONDO
 
5   Ed ei trovi ogni grandezza
 nell’amor dell’altrui fé.
 
 CORO
 
    Viva e regni
 Roderico, il vostro re.
 
 OLAO
 Popoli, in breve età, quanti monarchi
10vi tolse invida parca! Unningo giacque,
 per cui l’Orse natie fur più temute.
 Torilda a lui consorte, a me germana,
 che con virtù tenne due lustri ’l regno,
 pur giacque e chiude un’urna,
15con le ceneri sue, quelle di Unningo.
 Vivea Regnero; Ulvilda,
 prima sposa di Unningo, a lui fu madre.
 Questi ancor cadde; Asmondo,
 al cui zel fu commesso il regio erede,
20di sua morte immatura a voi fa fede.
 Or che vedovo è il trono, il re voi siete.
 La scelta è in poter vostro;
 date al soglio un monarca. In Roderico
 a me lice proporlo, a voi gradirlo.
25Sia re chi più n’è degno;
 e dia con fausti auspici
 al gotico destin legge e consiglio
 di Olao il nipote e di Torilda il figlio.
 ASMONDO
 
    Regio sangue, eccelso core,
30perch’ei regni, il ciel gli diè.
 
 CORO
 
    Regni e viva
 Roderico, il nostro re. (Olao ascende sul suo trono)
 
 ILDEGONDA
 (Nel regio amante il mio destin pur gode).
 ASMONDO
 (Dove applaude il timor, l’applauso è frode).
 OLAO
35Roderico, nipote, i detti serba.
 Ecco scettro e diadema.
 Non l’hai da me; l’hai dall’amor di questi
 popoli, dirò tuoi,
 che tuoi gli rende il loro dono augusto.
40Alla Svezia da’ leggi
 ma più a te stesso; ed ora
 che il ciel la Gozia alla Norvegia unisce,
 il Sarmata feroce,
 che provocar l’armi comuni or tenta,
45tema il suo fato e del suo ardir si penta. (Al suono di trombe e timpani resta coronato da Olao Roderico)
 ASMONDO
 (Necessità fatale
 al legitimo re nega quel serto).
 ILDEGONDA
 (Gli dà fregio il diadema. Ahi, Sigiberto). (Roderico s’avvicina al suo trono)
 RODERICO
 
    Mente eterna, eccelso nume,
50giuro a te, che il tutto reggi,
 che del giusto e delle leggi
 in difesa io veglierò.
 
    Sarà oggetto del mio trono
 sol l’amor di chi ’l sostiene;
55e fra i premi e fra le pene
 il poter bilancerò. (Roderico ascende sul trono e passano ad inchinarlo i popoli ed i soldati con armi e bandiere, preceduti da Asmondo)
 
 ASMONDO
 Popoli, duci, io vi precedo e giuro
 al vostro, al mio regnante
 immortal vassallaggio e fé costante.
 RODERICO
60Asmondo, nel tuo zel leggo il tuo amore.
 ASMONDO
 (Finge così, quando ben serve un core).
 ILDEGONDA
 Ildegonda anche applaude,
 sire, al tuo fato e a te dal cielo impetra,
 in durevole impero, anni felici.
 RODERICO
65Regal germe di eroi, bella Ildegonda,
 sono i tuoi voti i miei più cari auspizi.
 (Un novo regno in quel bel sen sospiro).
 ILDEGONDA
 (Più che al suo core, al suo diadema aspiro). (Si ritira)