La Svanvita (Pariati), Milano, Malatesta, 1707

 SCENA XVI
 
 REGNERO, RODERICO ed ASMONDO
 
 ASMONDO
 Qui giunge il duce. (A che mi astringi, o tema).
 RODERICO
 (Se per fasto di regno
 mentì il grado real, sappiasi). Ascolta. (A Regnero)
1570La ragion che tu vanti
 pende indecisa ancor.
 REGNERO
                                           Nacqui al comando.
 RODERICO
 Asmondo il niega.
 REGNERO
                                    E a te lo provi il brando.
 RODERICO
 Taccia l’ira. Io ti soffro
 mio rival ne lo scettro.
1575Tutto almen di Svanvita
 a me rimanga il cor. So che geloso
 de la bella è ’l tuo amor, che senza prezzo
 non si cede un gran bene.
 REGNERO
 Che proporrà?
 ASMONDO
                              Tu mi tormenti, o spene.
 RODERICO
1580Dividasi l’impero; abbia le leggi
 da me la Gozia e serva
 la Svezia a’ cenni tuoi.
 REGNERO
                                           Con tale offerta
 ti mostri reo. Non ben possiede il tutto
 chi una parte ne cede; è mio diritto
1585e la Gozia e la Svezia. Io non tradisco
 il mio natal con la viltà de l’opre.
 Dal rifiuto già sai ch’io son Regnero.
 Ma quando anch’io nol fossi, è prezzo vile
 per il cor di Svanvita un mondo intero.
 
1590   La bellezza di quel core
 sol si apprezza col valore
 de la mia felicità.
 
    Egli solo in te racchiude
 tutto il ben de la virtude,
1595come accolto sta in quel volto
 tutto il bel de la beltà.