La Svanvita (Pariati), Milano, Malatesta, 1707

 SCENA XV
 
 RODERICO e REGNERO
 
 RODERICO
 Al suo sesso, al suo grado, a l’amor mio
 dono i primi trasporti;
 ma si rammenti alfine
 ch’ella è fuor de la Dania e ch’io qui regno.
 REGNERO
970Per minaccie giammai gran cor non cede.
 RODERICO
 Gran cor spesso si ammira e si compiange.
 REGNERO
 Mai non manca a virtù scampo e difesa.
 RODERICO
 Ne la gotica reggia
 chi difenderla può da un mio comando?
 REGNERO
975La ragion de le genti e questo brando.
 RODERICO
 Temerario, è cotesto
 il dovuto rispetto a Roderico?
 REGNERO
 A chi ’l perde a Svanvita, io più nol deggio
 RODERICO
 Tu mal conosci...
 REGNERO
                                 Il mio vantaggio è questo,
980che ignoto ancora a chi mi è noto io parlo.
 RODERICO
 Parlo al danico duce e trovo in esso...
 REGNERO
 Un ch’è re più di te...
 RODERICO
                                         Re?
 REGNERO
                                                   Di sé stesso.
 
    È più abbietta servitù
 il regnar senza virtù
985che al dispetto d’empio fato
 il servir senza viltà.
 
    Prima a sé, chi gli altri regge
 dia la legge. Il vero impero
 non fan gli ostri; il cor lo fa.